Inquinamento acustico
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Cause,
Conseguenze,
Impatto sull'uomo
Il rumore è diventato un fattore di inquinamento ambientale non meno pericoloso della contaminazione dell’acqua e dell’aria.
E’ stato confermato dai dati raccolti nei centri di medicina del lavoro che un’esposizione a livelli di rumorosità attorno agli 85 dB oppure a un’esposizione relativamente breve (3 - 5 anni) a 90 – 95 dB causano ipoacusia in un’elevata percentuale dei soggetti (10-40%).
Il rumore industriale è attualmente la causa di circa un terzo dei casi di malattia professionale (ipoacusia) e interessa, in Italia, milioni di persone (esempio: gli addetti alle prove dei motori a scoppio, all’uso dei martelli pneumatici, alle industrie tessili, alle fonderie, alla fabbricazione dei chiodi).
Anche il danno derivante dai rumori nelle grandi città diviene sempre più rilevante.
In quelle a elevata motorizzazione si raggiungono livelli di rumorosità che variano continuamente nelle ore diverse tra 60 e 85 dB, con punte fino a 90-95 dB.
I livelli di sicurezza, date le conseguenze che possono verificarsi sulla nostra salute a causa del traffico stradale, variano a seconda della fascia oraria:
GIORNO (ore 8-18) : 65 dB |
SERA (ore 18-22): 60 dB |
NOTTE (ore 22-08): 55 dB |
Modalità di emissione
In relazione alle sue specifiche modalità di emissione, un rumore può essere definito come:
- continuo o discontinuo (se intervallato da pause di durata apprezzabile),
- stazionario o fluttuante (se caratterizzato da oscillazioni rapide del suo livello di pressione sonora superiori a ± 1 dB),
- costante o casuale (se presenta una completa irregolarità dei tempi e dei livelli di emissione),
- impulsivo (se il fenomeno sonoro determina un innalzamento del livello di pressione in tempi rapidissimi, ossia meno di 0,5 secondi).